Mangart

Ascesa al Mangart

Il Mangart (o Mangrt), con i suoi 2.677 metri s.l.m., è la terza vetta della Slovenia, dopo il Triglav e la Škrlatica e fa parte delle Alpi Giulie (Julijske Alpe). Si trova al confine con l’Italia, dominando i laghi di Fusine da un lato e la piana di Bovec (Plezzo) dal lato sloveno.

Per andare sul Mangart si percorre una delle strade più spettacolari ed ardite della Slovenia, costruita da operai italiani durante la prima guerra mondiale. Undici chilometri di tornanti (ben 21), tunnel scavati nella roccia, strapiombi e panorami mozzafiato, fino ai 2050m dove si lascia la macchina, si montano gli stivaletti da trekking e si comincia a camminare.

Il tratto finale della strada che porta al Mangart
Il tratto finale della strada che porta al Mangart

Il trekking che porta al Mangart lungo la via italiana (da non confondersi con l’omonima ferrata, ben più impegnativa), è un percorso alla portata di tutti e infatti è normale incontrare persone di ogni età, dai bambini ai nonni. Premesso ciò, non va preso sottogamba, come sempre in montagna.

Corde metalliche aiutano nell'ascesa
Corde metalliche aiutano nell’ascesa

Diversi tratti sono “attrezzati”, con l’ausilio di funi metalliche a cui aggrapparsi per facilitare l’ascesa (o la discesa, spesso anche più impegnativa). Non è richiesta particolare attrezzatura da montagna, ma di certo sono consigliati scarponcini, bastoncini e guanti (per non farsi male usando le funi metalliche). Utile può essere anche un caschetto, visto che gran parte del percorso è su roccia e non mancano cadute di piccoli massi.

Le indicazioni sul lato italiano
Le indicazioni sul lato italiano

L’ascesa fino alla vetta, secondo i cartelli che troviamo all’inizio del percorso, dovrebbe durare un paio d’ore. Dipende ovviamente dallo stato di allenamento e da come la si prende. Per noi che siamo “turisti della montagna”, il tempo necessario è sempre maggiore di quello standard, un po’ per il tempo che si passa a scattare foto, un po’ per scarso allenamento e un po’ perché non abbiamo nessuna fretta!

La vista sui laghi di Fusine
La vista sui laghi di Fusine

Esiste una seconda via non ferrata per arrivare in cima al Mangart, la cosiddetta via slovena. Non abbiamo esperienza diretta, ma chi l’ha fatta l’ha sconsigliata a chi non fosse particolarmente in forma e privo di elmetto protettivo, in quanto maggiormente esposta a possibili cadute di pietre. Sicuramente pare sia un po’ più impegnativa della via italiana e sicuramente anche molto meno trafficata nelle domeniche d’estate.

Il Mangart dal lato sloveno
Il Mangart dal lato sloveno

E quello del “traffico” è sicuramente un problemino nel periodo estivo, specialmente al weekend, quando sono davvero numerose le persone che salgono e scendono lungo questo percorso. Sloveni, italiani, furlani, austriaci, ma non solo, si passa dal dober dan al salve al mandi tra un’attesa e l’altra. Agli amanti della montagna silenziosa e solitaria potrebbe non piacere molto.

Il traffico di Ferragosto
Il traffico di Ferragosto

Diversi sono i tratti piuttosto ripidi, attrezzati e non. Ed un’altra incognita, come sempre in montagna, è il tempo che può variare repentinamente, passando dal caldo sole estivo ad una gelida nebbia all’interno della quale è difficile vedere il percorso. La vetta appare all’improvviso, con la sua croce sulla sommità, dove è possibile anche auto-timbrarsi qualsiasi cosa col timbro ufficiale della vetta. Non c’è rifugio, solo pietre ed una meravigliosa vista a 360 gradi.

La soffisfazione di arrivare in vetta!
La soffisfazione di arrivare in vetta!

Mangiare, bere e dormire

Poco prima di arrivare al parcheggio, si trova la breve (ma ripidissima!) deviazione per la Koča na Mangartskem sedlu, l’unico rifugio presente, alla base del Mangart. All’interno del rifugio è possibile trovare una buona scelta di cibo e bevande. Il locale è piuttosto piccolo, ma sono presenti diversi tavoli anche all’aperto, con una splendida vista sul massiccio del Mangart. Sono a disposizione 53 posti letto. Il centro abitato più vicino è Log pod Mangartom, a 25 minuti circa di auto, dove sono disponibili affittacamere e gostilne. Le cittadine più vicine sono Bovec, dal lato sloveno, e Tarvisio dal lato italiano, entrambe raggiungibili in poco più di mezz’ora.

Sventola la bandiera slovena presso il rifugio
Sventola la bandiera slovena presso il rifugio

Come arrivare

Da Udine: si prende l’autostrada A23 fino a Tarvisio. Prima di entrare nel paese si svolta a destra nella SS54 seguendo le indicazioni per i laghi ed il Passo del Predil. Si sale fino alla cima del passo da dove si entra in Slovenia. Dopo circa 1,5Km si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il Mangart. L’ingresso nel parco è a pagamento. Tempo di percorrenza: 1 ora e mezza.

Da Gorizia e Trieste: si può andare fino a Udine e seguire le indicazioni di cui sopra (più lungo e costoso), oppure andare a Nova Gorica e risalire l’Isonzo fino a Bovec, da qui seguire le indicazioni per il passo del Predil e, superato l’abitato di Log pod Mangartom, girare a destra per il Mangart. Tempo di percorrenza: 2 ore.

Dal resto d’Italia: passando da Udine si percorre più autostrada. Passando da Gorizia/Nova Gorica il paesaggio è sicuramente più gradevole, si risparmia sul pedaggio autostradale ma ci si mette un po’ di più.

Non è necessario avere la vinjeta (bollino autostradale sloveno) per percorrere le strade indicate in questa pagina.

Carlo Ghio

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