Abbiamo già parlato della cittadina di Vipava tempo fa, in un articolo sulla Vipavska dolina. Siamo tornati a esplorare più da vicino Vipava quest’anno, dopo che la celebre guida Lonely Planet ha decretato la Vipavska dolina “Best in Europe 2018 Top 10 Destination”. Assieme a Iris Skočaj, direttrice dell’ente per il turismo TRG Vipava, siamo andati alla scoperta della storia e degli angoli più pittoreschi della “Venezia slovena” (leggete e scoprirete il perché di questo nome).
Una storia antica
Appollaiata sotto le pendici del Monte Nanos, Vipava fu un tempo un insediamento dei romani, che qui costruirono uno sbarramento per arginare le invasioni barbariche. Scavi archeologici hanno riportato alla luce numerose tombe di epoca romana, la cui ricchezza degli arredi funerari testimonia di una popolazione benestante e appartenente alla fascia alta della società dell’epoca. La zona fu in realtà popolata in tempi ancora più antichi, e il nome stesso di Vipava deriverebbe dalla parola celtica “Wip Ach”, ossia “valle sotto le rocce”.
Secondo alcune ricostruzioni storiche, proprio nel triangolo Vipava – Zemono – Vrhpolje si svolse nel 394 la battaglia del fiume Frigido (in cui si può riconoscere il fiume Vipava, che alle sorgenti ha una temperatura davvero molto bassa), che vide fronteggiarsi l’imperatore romano d’Oriente Teodosio I a capo dell’esercito cristiano e i pagani guidati da Flavio Eugenio. Teodosio e il suo esercito stavano per essere sconfitti, quando giunse loro in aiuto una “forza della natura” che non manca nella Vipavska dolina: la bora!
Le frecce scagliate dall’esercito di Eugenio, infatti, che si trovava controvento, non riuscivano a raggiungere il nemico, decretando così la vittoria di Teodosio e, di conseguenza, del cristianesimo. In ricordo di quell’evento storico nel paese di Vrhpolje, sopra Vipava, è stata eretta la “Croce di Teodosio” (“Teodozijev križ”). Poco più in su si trova poi la cosiddetta “Teodozijeva skala”, una roccia dove, così si racconta, Teodosio si fermò a pregare la notte prima della battaglia decisiva. Che sia stato veramente così oppure no, sicuramente la “Roccia di Teodosio” è un bel punto panoramico da cui si domina tutta la vallata sottostante.
Dagli antichi romani… agli antichi egizi! A Vipava, più precisamente nel cimitero cittadino, si possono vedere degli originali sarcofagi egiziani in granito rosso con tanto di geroglifici. A portarli dall’Egitto fu Anton Lavrin, diplomatico dell’Impero Austroungarico nato a Vipava, nonché appassionato storico ed egittologo, che li destinò alla sepoltura dei genitori e del figlio prematuramente scomparso.
Dagli antichi egizi… ai giorni nostri. A Vipava sorge un’importante caserma militare che fu, suo malgrado, coinvolta nella “guerra dei 10 giorni” (“Desetdnevna vojna”) per l’indipendenza della Slovenia. Oggi quella caserma ospita l’esercito sloveno, ma in quei giorni l’esercito era ancora jugoslavo e il 27 giugno del 1991 una colonna di carri armati bombardò i confini della regione Primorska. Furono giorni di grande tensione. Fortunatamente la guerra durò davvero poco. Oggi è stato posto un monumento a ricordo di quei tragici giorni, nella forma di un trapezio anti-carro, come se ne vedono molti in giro per la Slovenia.
La “piazza” della valle
Gli abitanti dei luoghi limitrofi, per dire che vanno a Vipava, dicono “gremo v Trg”, ossia “andiamo in piazza”. Ma “trg” significa anche mercato o borgo. Sin dal XIII secolo, infatti, Vipava fu un importante centro commerciale, e nel 1376 il borgo ottenne il diritto a tenere un mercato, che si svolgeva perlopiù sullo Stari trg, la “piazza vecchia”.
Oggi Vipava ha una sua piazza nuova (Glavni trg), ma lo Stari trg conserva il fascino di una piazzetta cinta da vecchie case con bei dettagli in pietra scolpita e al centro grandi alberi di ippocastano. Location ideale per spettacoli e concerti, che si svolgono qui soprattutto in estate. Qui si trova anche la casa tradizionale Kebetova hiša, trasformata in interessante museo etnografico con tantissimi oggetti del passato strappati all’oblio grazie all’accurato lavoro di raccolta e conservazione di alcuni appassionati locali.

La Vipava “vecchia” si respira poi nelle strette viuzze lastricate, chiamate “gase”, specialmente intorno alla zona del Tabor con il suo pittoresco ponte in pietra – uno degli scorci più fotografati di Vipava. Il termine “tabor” indica una fortificazione (spesso attorno a una chiesa) con mura difensive e torri, solitamente costruita per fronteggiare gli attacchi dei turchi.
Dell’antico tabor di Vipava restano oggi poche vestigia, tra cui la bella torre del cavaliere Andrej Baumkirchner. Da qui si possono vedere anche i resti del vecchio castello, chiamato appunto “Stari grad”, che sorge su un colle poco distante. Nominato per la prima volta in un documento del 1154, è la costruzione più antica di Vipava.

Anche l’antica chiesa, che un tempo sorgeva in questa zona della cittadina, non esiste più. La nuova parrocchiale, dedicata a Santo Stefano, si trova dalla parte opposta della città. In origine un edificio in stile gotico, fu poi barocchizzata. Al suo interno si possono ammirare un pulpito riccamente intarsiato dello scultore Francesco Robba e gli affreschi di due importanti pittori sloveni: Janez Wolf e France Jelovšek. In onore del Santo patrono, ogni anno il 26 dicembre si svolge la tradizionale benedizione dei cavalli (“žegnanje konj”).
La preferita dai nobili
Arrivando a Vipava, la prima cosa che colpisce è sicuramente il Palazzo Lantieri che affaccia sulla piazza principale Glavni trg. Di fronte al palazzo si estende quello che un tempo fu il parco nobiliare, oggi trasformato in bellissima oasi di verde pubblico. I putti che ornavano il parco sono oggi disposti intorno alla piazza.
La nostra guida Iris Skočaj ci racconta che la cittadina di Vipava fu sempre molto amata dai nobili, che qui trovavano rifugio in mezzo al verde e refrigerio tra le acque delle sorgenti. Così fu anche per i Lantieri, famiglia nobile di origini bresciane trasferitasi nel Goriziano nella seconda metà del XV secolo, che intorno al 1659 fece costruire qui questa bella dimora. Il tutto per poter offrire un degno alloggio all’imperatore Leopoldo I, che il 17 settembre 1660, durante il suo viaggio da Ljubljana a Gorizia, si fermò qui a pernottare.
Di quell’epoca restano alcuni affreschi in stile rinascimentale, molto simili a quelli che si trovano del palazzo di Zemono, a circa un chilometro da Vipava, altra dimora dei Lantieri. Gli altri affreschi che si possono ancora ammirare nel Palazzo Lantieri risalgono invece al periodo di barocchizzazione dell’edificio, avvenuto nella prima metà del ‘700.
Durante la Prima Guerra Mondiale il palazzo fu trasformato in ospedale militare e da allora i Lantieri inizarono a occuparsi sempre meno dell’edificio, dimorando per lo più a Gorizia. Il palazzo, che durante le due guerre subì danni e saccheggiamenti, fu poi nazionalizzato e solo dopo anni di ingenti lavori di restauro e di recupero si è riusciti a restituirlo allo splendore in cui possiamo ammirarlo oggi. In alcune delle sue sale trova spazio la Facoltà di enologia e viticoltura dell’Università di Nova Gorica, mentre una bella sala è destinata anche ai matrimoni.
Non solo nobili: Vipava ospitò nei secoli anche personaggi illustri, tra cui Leonardo da Vinci, che qui avrebbe studiato dei sistemi difensivi contro i turchi progettando una diga sul fiume Vipava. Inoltre, così si racconta, Leonardo coltivava qui anche un vigneto, deliziandosi nello studio del vino locale… Anche Carlo Goldoni fu ospite di Vipava. Trascorse infatti un periodo della sua giovinezza nel Palazzo Lantieri, dove scrisse una commedia e in alcuni suoi scritti raccontò del periodo passato a Vipava.
Acqua e vino
Vipava deve il suo nome all’omonimo fiume che qui sgorga – e sgorga in modo molto particolare! Infatti non si tratta di un’unica sorgente, ma di ben nove sorgenti, una sorta di delta al contrario, fenomeno naturale unico in Europa. Le sorgenti maggiori (e più belle da visitare) sono due: Podskala e Podfarovž. L’acqua, limpidissima e gelida, sgorga direttamente dalle rocce del monte Nanos.
Le sorgenti di Podskala formano una sorta di piccola penisola, dove si trova anche una trattoria (Gostišče Podskala). Qui è molto piacevole passeggiare nella frescura, sotto l’ombra di antichi alberi. Secondo gli esperti, questa zona è ricca di punti energetici, e il benessere che si prova passeggiando qui o stando seduti su una panchina ad ammirare il panorama non può che confermarlo!
L’acqua è onnipresente a Vipava, che tra sorgenti, fiume, canali e canaletti vanta ben 25 ponti. Proprio questa caratteristica le è valsa il soprannome di “Venezia slovena”.
Ma a caratterizzare Vipava non è solo l’acqua, bensì anche il vino, come si può vedere nella fornitissima enoteca di fronte all’Ufficio di informazioni turistiche. Qui è possibile assaggiare ed acquistare i vini (circa 170) di tutti i produttori della Vipavska dolina, una zona ad eccellente vocazione vitivinicola che produce vitigni autoctoni introvabili altrove, quali Pinela e Zelen.
La zona comprende oltre 2500 vigneti, dove grazie alla posizione soleggiata e al clima favorevole si coltivano 25 diversi tipi di vitigno. La ricca tradizione vitivinicola è presentata nel Museo del vino, sapientemente allestito nella bella cantina con volte a botte del Palazzo Lantieri.
Vipava per buongustai
Acqua, vino… ma il cibo? Le occasioni per mangiare bene non mancano a Vipava. Oltre al già citato Gostišče Podskala e alla Gostilna Podfarovž va menzionato un nuovo locale – che tanto nuovo poi in realtà non è: si tratta infatti della Gostilna Krhne, che si trova nella piazza principale già da cento anni. La trattoria, ospitata in una bella casa antica, è stata recentemente oggetto di un accurato restauro da parte dei nuovi gestori, Monika e Andrej Trošt.
Gli ospiti possono mangiare all’aperto o in belle sale dalla volta a botte decorate con gusto (una sala, molto caratteristica, è interamente in pietra) e assaporare piatti tipici come il “Teleflajš” (brodo di manzo con pezzi di carne), la “skuha” (versione locale della jota), gli gnocchi e il pane fatti in casa e tante altre bontà. Ovviamente, trovandoci in una rinomata zona vitivinicola, non può mancare il buon vino: la carta dei vini comprende ben 20 etichette, quasi tutte di produttori locali.
Storia, arte, natura, mangiare e bere bene… A Vipava non manca proprio nulla! Una meta turistica così vicina a noi, che sta meritatamente riscuotendo sempre più successo e attenzione, anche dal pubblico internazionale. Un luogo che merita una visita e dove, ne siamo certi, tornerete ancora.
Mappa della zona
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Come arrivare
Da Trieste: si prende l’autostrada per Fernetti in direzione Ljubljana; superata l’uscita di Senožeče si prende la superstrada H4 in direzione Nova Gorica. La prima uscita, in fondo alla lunga discesa, è quella di Vipava. Tempo di percorrenza: 50 minuti.
Se si vuole evitare l’autostrada si può tranquillamente attraversare il Carso: da Villa Opicina al confine di Col, quindi Dutovlje, Kobdilj e giù fino a Vipava. Il tempo di percorrenza di circa 1 ora e la strada è molto bella e panoramica.
Da Gorizia: dal valico di Sant’Andrea si prende la superstrada H4 in direzione Ljubljana. La terza uscita è quella di Vipava. Tempo di percorrenza: 30 minuti.
Se si vuole evitare l’autostrada si può comodamente raggiungere Vipava lungo la vecchia strada statale, dal valico di Casa Rossa sempre dritti in direzione Ljubljana (frecce gialle), impiegando circa 45 minuti. E’ una strada scorrevole, con poco traffico e molto gradevole.
Da Udine e dal resto d’Italia: conviene passare da Gorizia (uscita Villesse, quindi la nuova autostrada A34 che porta direttamente in Slovenia). Tempo di percorrenza: 1 ora, 10 minuti (da Udine).
Vinjeta
L’autostrada (con Vinjeta obbligagoria) è senza dubbio la soluzione più rapida per raggiungere Vipava, ma le alternative lungo la statale (frecce gialle) sono molto gradevoli, panoramiche e poco più lente.
[…] che sgorga da nove sorgenti che formano quasi un delta al contrario (ne abbiamo parlato di recente qui e ancora qui). Un fiume bello e importante, che non va ridotto semplicemente a “fratello […]
[…] che sgorga da nove sorgenti che formano quasi un delta al contrario (ne abbiamo parlato di recente qui e ancora qui). Un fiume bello e importante, che non va ridotto semplicemente a “fratello […]