Quand’ero bambina Babbo Natale non mi ha mai portato i regali. Sapevo che era un personaggio inventato e francamente non me ne importava molto. A me i regali li portava un altro signore con la lunga barba bianca e vestito di rosso: San Nicola (o San Nicolò), in sloveno Sveti Miklavž.
La figura di San Nicolò come portatore di doni è molto diffusa nell’Europa centrale, ma anche in alcune località italiane. In Slovenia si tratta di un santo amatissimo: infatti è il santo a cui è dedicato il maggior numero di chiese, tra cui anche il duomo di Ljubljana.
Oltre a essere molto amato, è anche patrono di diverse categorie di persone: dagli studenti, ai bambini, ai marinai, ai mugnai. Il suo legame con l’acqua è evidenziato dal fatto che in Slovenia molte chiese a lui dedicate sorgono nelle vicinanze di un corso d’acqua. Ma chi era San Nicolò?
Dalla Turchia a Bari
San Nicolò o Nicola era vescovo di Myra, località dell’Asia Minore (oggi in territorio turco), dove morì nel 343. Nel 1087, quando Myra venne assediata dai musulmani, alcuni marinai di Bari trafugarono le reliquie del santo, trasportandole a Bari.

Il suo culto si diffuse inizialmente in Asia Minore, ma ben presto San Nicola divenne uno dei santi più amati in tutto il territorio europeo, venerato non solo dalla Chiesa cattolica, ma anche da quella ortodossa (dove occupa un posto di rilievo) e altre confessioni cristiane.
Perché i doni?
Come fu che San Nicola divenne una figura che, nella prima settimana di dicembre, porta i doni ai bambini? Tradizionalmente a San Nicola vengono attribuiti numerosi miracoli e tante sono le leggende che lo vedono protagonista di storie in cui agisce da benefattore salvando i poveri, i bambini o in generale le persone in difficoltà.

Una delle leggende più note è quella delle tre vergini: tre sorelle di una famiglia povera che il padre voleva avviare alla prostituzione, perché non poteva trovar loro un marito, dato che erano sprovviste di dote. San Nicola le salvò lasciando cadere di notte attraverso il camino tre palle dorate. Questo gesto vi ricorda qualcosa?

Per questo San Nicola viene raffigurato nelle sue vesti di vescovo, con mitra e pastorale, e in mano tre sfere: le famose palle d’oro donate alle tre vergini. Nella tradizione popolare le tre palle prendevano le sembianze di tre mele d’oro, e un tempo tra i regali che San Nicolò portava ai bambini non potevano mancare tre mele o tre arance, spesso avvolte in carta dorata.

Certo, San Nicola non è l’unico santo sul quale esistano leggende piene di miracoli e di gesti benevoli verso le persone. Ma come mai proprio lui si è trasformato nel santo più amato dai bambini, quello che nel freddo inverno porta i regali più attesi? Le ragioni sono da ricercarsi in un passato molto, molto lontano, ben al di là della tradizione cristiana.
Tra saturnali e medio evo
Come spesso accade, le usanze tramandate di generazione in generazione hanno radici antichissime. Quasi sempre si tratta di riti pagani che la Chiesa, non potendoli estirpare a causa della loro grande popolarità, ha semplicemente plasmato e “rivestito” di significati cristiani. Lo stesso vale per San Nicolò, lo Sveti Miklavž degli sloveni.
L’inverno, in epoca romana, era tempo di Saturnalia, festività del mese di dicembre con due caratteristiche principali: il rovesciamento dei ruoli (tipico anche del carnevale) e la distribuzione di doni. Queste caratteristiche si ritrovano in un’usanza medievale, quella dell’ “episcopus puerorum”, che si celebrava nei seminari originariamente il 28 dicembre, per la festa dei Santi Innocenti. In occasione di questa festa i piccoli seminaristi eleggevano tra di loro un “vescovo dei bambini” o meglio, un “bambino vescovo”, che veniva travestito di tutto punto da vescovo e per alcuni giorni assumeva il ruolo di “capo”. Sì, ma cosa c’entra San Nicola?
L’usanza dell’ “episcopus puerorum” fu spostata dal 28 al 6 dicembre, giorno di San Nicola, e le due tradizioni, quella medievale di origine antica da un lato e quella del Santo vescovo cristiano dall’altro, iniziarono a fondersi. L’usanza a poco a poco iniziò a uscire dai seminari per andare a diffondersi anche al di fuori dell’ambito clericale, nella vita della gente comune. E fu così che San Nicola – o meglio, una persona travestita da San Nicolò – iniziò a far visita ai bambini e portare loro doni.
Santi e demoni
Ma al di là della tradizione medievale e romana, le radici di quest’usanza risalgono ancora più lontano. Nella tradizione animistica si credeva che durante le lunghe notti invernali gli spiriti dei defunti tornassero sulla terra, con intenzioni spesso tutt’altro che benevole. Per “tenerli buoni” si facevano loro dei doni e gli spiriti in cambio avrebbero portato alla famiglia benedizione e prosperità.

Certo, San Nicola porta dei doni più concreti e tangibili, ma anche lui gradisce qualcosa in cambio. Per questo i bambini, la vigilia del 6 dicembre, gli lasciano un piattino con dei biscotti e un po’ di latte. Ma San Nicola non viene da solo. Ad accompagnarlo c’è uno stuolo di esseri cattivi dall’aspetto terribile: i diavoli o “parkeljni” in sloveno (noti come Krampus nelle località dell’arco alpino).

Questi esseri, il cui ruolo è quello di castigare i bambini cattivi (o semplicemente spaventarli), sono il riflesso più autentico degli antichi riti animisti. La tradizione cristiana li ha trasformati in “diavoli”, ma in realtà originariamente rappresentavano quegli spiriti che vagavano sulla terra nelle fredde notti invernali e che i vivi dovevano cercare di ingraziarsi.
E Babbo Natale?
Come si inserisce la figura di Babbo Natale in tutta questa mescolanza di leggende, riti e tradizioni? Le ricostruzioni storiche e le interpretazioni della nascita di Babbo Natale sono diverse, ma una cosa è certa: si tratta di una tradizione piuttosto recente, risalente al XIX secolo. Il nome “Santa Claus” altro non è che una deformazione di Sanctus Nicolaus, attraverso l’olandese “Sint Nicolaas” o “Sinterklaas”. Infatti furono proprio i coloni olandesi a portare in America il culto di San Nicola, ponendo le basi per quello che sarebbe diventato il mito nordamericano di Santa Claus.

Sia come sia, io non ho dubbi: i regali li porta Sveti Miklavž e io gli ho già lasciato la letterina con i miei desideri sulla finestra. Sul tavolo questa notte lo aspetteranno latte caldo e biscotti. E domani mattina non vedrò l’ora di svegliarmi per andare a vedere cosa mi ha portato.
Grazie per questo bellissimo articolo, scritto in modo avvincente e allo stesso tempo pieno zeppo di informazioni approfondite. Alcune cose le sapevo già, altre le ho lette qui per la prima volta, come il legame tra il rito dei seminaristi e i saturnali (effettivamente c’è molto in comune) o il nesso tra i Krampus e i demoni della tradizione animistica.
Continuo a leggere con interesse i vostri articoli, mai banali e sempre densi di contenuto. Complimenti!
In Svizzera san Nicolao è più generoso: arriva con il suo asinello e doma ai bambini, arachidi, mandarini, cioccolatini e ometti di Marzapane. In cambio non vuole nulla, se non la certezza che ci si è comportati bene tutto l’anno
Mia mamma mi ha sempre raccontato la storia di San Nicolò dicendomi che in a Franca illazioni, da dove viene lei i doni venivano portati da lui e non da babbo natale tanto che venivano scartati anche in altra data
Articolo molto ricco di informazioni come del resto tutti quelli del blog. Molto bello il legame tra il rito che hai descritto.
Che belle tutte queste tradizioni natalizie!
Non conosceve tutte queste storie, sono bellissime, grazie mille!
Non conoscevo la storia di San Nicola, ma effettivamente il culto di Babbo Natale è molto più recente. Che bello oggi leggere le leggende natalizie!
Mi è piaciuto molto scoprire da dove viene la tradizione di San Nicola. Amo quando la storia si mescola alle leggende e alla tradizione e finisce per sembrare reale.
La credenza animista degli spiriti la conosco molto bene perché in Thailandia, dove ho vissuto tre anni, è ancora molto radicata. Tanto che ci sono casette per il culto degli spiriti in ogni casa o negozio e che si fa sempre un rituale di doni agli spiriti per ogni inaugurazione o evento importante!
Nemmeno io sono mai stata una “fan” di Babbo Natale perché dalle mie parti (Piemonte) è più diffusa la tradizione di Gesù Bambino come portatore di doni. O comunque lo era quando ero piccola io, ora credo che Babbo Natale abbia avuto la meglio anche qui. Conosco però il mito di San Nicola perché anche nei paesi come Svezia e Norvegia è lui a portare i doni.
Tra l’altro da qualche parte avevo anche letto che in origine la sua “divisa” fosse verde e che a un certo punto la Coca-Cola avesse cambiato il colore in rosso per le sue pubblicità – chissà se è proprio così o se si tratta dell’ennesima leggenda metropolitana 😉
Non conoscevo San Nicola, da me è sempre venuto Babbo Natale. Molto interessante la tua ricostruzione che spiega bene come tutto sia collegato!
Molto bello questo tuo articolo, non sapevo dell’usanza di eleggere un minivescovo nei seminari! San Nicola è molto venerato anche in Italia soprattutto al Sud ma anche in Trentino i regali spesso li porta San Nicola all’inizio di dicembre. A Lodi invece è Santa Lucia e anche per lei bisogna preparare i biscotti e anche un pò di fieno per il suo asinello
Ho una sorella che abita a Bari e conoscevo già la storia di San Nicola, sia pure per sommi capi; so anche che gli abitanti della città sono molto devoti al loro patrono e i festeggiamenti a lui dedicati sono molto fastosi.
Da piccola ero sempre molto gelosa che i miei cugini nel Veneto ricevevano i regali anche da Santa Lucia, mentre per me e’ sempre stato solo Babbo Natale!
Conosco molto bene la storia di San Nicola ma non sapevo che anche in Slovenia si festeggiasse. Molto dettagliato il tuo articolo, una finestra su un paese che conosco molto poco ma che grazie a te sto imparando a conoscere.
Bellissimo questo tuo post! Anche io da bambina in realtà non aspettavo Babbo Natale. O meglio, essendo nata in Svizzera da genitori italiani, aspettavo sia lui che Samichlaus e Schmutzli.
Wow, quante cose che ho imparato con il tuo articolo! È sempre bello acculturarsi in questo modo. Non sapevo né che la figura di San Nicolò fosse così venerata, né immaginavo che la tradizione dei doni venisse anticipata alla prima settimana di dicembre
Sono sempre molto suggestive le leggende natalizie ed hanno tutte un’origine diversa, ma in comune lo spirito di familiarità e bontà. Chiunque porti doni, lo fa trovando le famiglie unite in festa. E questo è bellissimo.
Quando ero piccola credevo a Babbo Natale ed ho creduto in lui fino a quando mi hanno detto che era una finzione…puoi solo immaginare lo shock di una bambina che ammirava questa figura che girava in una sola notte tutto il mondo!!
Molto bello il tuo racconto su San Nicola, non lo conoscevo. Trovo inoltre che le tradizioni debbano essere sempre tramandate.
Interessante la tua storia, non ho mai approfondito San Nicola ma mi piace leggere di usanze diverse in tema natalizio ti immergono subito in un mondo fiabesco.
Ne parlavo giusto l’altro giorno con mio marito: parlavamo appunto di San Nicola e ci chiedevamo da dove venisse l’usanza dei doni! Eccomi accontentata.
Ho scoperto la tradizione di San Nicola in Friuli Venezia Giulia, prima non la conoscevo e sinceramente non sapevo ci fosse anche in Slovenia. I Krampus invece gli ho visti lo scorso anno a Levico Terme, mi sarebbe piaciuto tornarci, speriamo nel 2021 ! Grazie per averci spiegato queste tradizioni, mi appassionano molto le antiche tradizioni locali
Molto interessante scoprire com’è nata la leggenda di San Nicola e come nei vari paesi si differenzi! Sicuramente per i più piccini diventa una scusa per avere un regalo in più a Dicembre!
È sempre piacevole scoprire tradizioni diverse per quanto riguarda il Natale! Di San Nicola avevo già sentito parlare come il “precursore” di Santa Claus o Babbo Natale, ma grazie al tuo articolo ora ne ho un quadro ben più completo!
Trovo meravigliose queste leggende che sanno mescolare sacro e profano entrando profondamente nel folklore tradizionale e, in questo caso, facendo pure il giro del mondo! Articolo interessantissimo Sara, brava!
Sapevo dell’esistenza di San Nicola, ma non conoscevo affatto la sua tradizione e la sua storia! Molto interessante! Di recente, mentre preparavo una puntata del mio programma radio, sono venuta a conoscenza anche dei Krampus.. Mamma mia che creature spaventose! Adoro scoprire leggende e tradizioni delle diverse culture!
Ecco invece a me portava i doni solo Babbo Natale ma devo dire che la tradizione di San Nicola mi affascina molto di più, tra l’altro non sapevo praticamente nulla a parte i Krampus che ho avuto modo di conoscere in Alto Adige!
Sapevo che Babbo Natale era in qualche modo collegato a San Nicola, ma non conoscevo i dettagli. Articolo super interessante, grazie!
Io ho conosciuto la figura di San Nicola nelle vesti di Babbo Natale, se così si può dire, in Germania, dove anche li, il 6 dicembre, i bambini aspettano con ansia i suoi doni. In genere, dolciumi. Qui in Spagna, invece, i doni li portano i Re Magi. Infatti, per gli spagnoli, il giorno più importante dell’anno è il 5 gennaio e non il 24 dicembre. Paese che vai…
Bellissimo articolo completo con tutta una ricostruzione su questo personaggio natalizio che devo dire conoscevo in parte stando in Austria, anche qui si celebra il giorno di San Nicolo detto Nikkolo 🙂
Che bello questo articolo! Sono nata il Olanda (trasferita però in Portogallo da piccolissima), conoscevo l’esistenza di Sint Nicolaas ma non la storia. Affascinante!
Quante curiosità ho scoperto leggendo il tuo articolo! Ero a conoscenza solo della storia dei marinai che trafugarono le reliquie del santo, trasportandole a Bari. Quest’anno infatti ho avuto il privilegio di visitare di persona il magnifico duomo!
Mi ha incuriosita soprattutto l’aspetto dei Krampus . Spero di andare un anno in Slovenia in quel periodo e riuscire a vederli!
Mia mamma era in collegio alle NotreDame e mi raccontava che il 6 dicembre arrivava San Nicolò con i doni,ma anche i krampus,che le bambine temevano molto,perchè andavano nelle camere e prendevano quello che non era stato riposto con ordine e lo buttavano davanti a tutti.A mia madre era rimasto questo ricordo inquietante,tanto che la storia dei krampus ha spaventato anche la mia infanzia. Per fortuna a casa mia è sempre arrivato solo San Nicolò con le arance e i dolci, tradizione che da mia mamma ho trasmesso ai miei nipoti
Grazie Raffaella per questa testimonianza! Posso ben capire che questo atteggiamento dei krampus abbia lasciato un ricordo traumatico. Meno male che a lei è stato risparmiato e che ha potuto vivere solo la parte più bella della tradizione di San Nicolò e tramandarla ai suoi nipoti.
Quando parla del collegio di Notre Dame si riferisce a quello di Gorizia o altrove?
sì ,la mamma abitava a Cervignano e allora nei paesi non c’erano neanche le medie, così è venuta qui a Gorizia in collegio, ad appena 11 anni per fare le medie e poi le magistrali .Qui ha conosciuto Norma Cossetto che aveva un anno più di lei