A pochi chilometri dal confine italiano, tra le valli dei fiumi Soča (Isonzo) e Idrija (Judrio), nella zona sopra Kanal ob Soči ogni anno durante il periodo del carnevale rivive un’antica tradizione: quella dei “Liški pustje”.
I piccoli paesi attorno a Lig, dove ormai pochi abitanti sono rimasti a vivere, durante il carnevale tornano a riempirsi di vita, colori e musica grazie alle allegre scorribande di queste antiche maschere tradizionali.
Una tradizione salvata dall’oblio
Per quanto amata da tutti, la tradizione dei Liški pustje rischiava di estinguersi senza lasciare traccia. In seguito alla prima guerra mondiale, che ha colpito duramente anche queste zone, la tradizione di mascherarsi per carnevale era caduta in disuso. A salvarla dall’inevitabile oblio è stato lo scrittore e pittore Pavel Medvešček, grande appassionato di ricerche in campo etnografico.

Il tutto è successo quasi per caso: durante una delle sue escursioni alla ricerca di tracce del passato, Medvešček si è imbattuto in una casa semi-diroccata dove, all’interno di un muro crollato, ha scoperto una vecchia maschera di rame. Incuriosito, ha continuato le ricerche, chiedendo informazioni agli abitanti più anziani del paese e seguendone le descrizioni è riuscito a ricostruire alcune delle maschere tradizionali ancora vive nei ricordi della gente del luogo.
I Liški pustje tornano a vivere
Per la rinascita dei Liški pustje è stato fatale l’incontro tra Pavel Medvešček e Branko Žnidarčič, abile artigiano che, in base ai disegni di Medvešček, ha ricostruito le antiche maschere. Queste sono molto particolari nel panorama delle maschere tradizionali slovene, solitamente intagliate nel legno: quelle dei Liški pustje, infatti, sono realizzate in lamiera (un tempo di rame, oggi di alluminio).

Branko Žnidarčič, che è anche presidente dell’Associazione etnologica Liški pustje, ha il suo laboratorio nella pittoresca cittadina di Kanal ob Soči, proprio sopra il fiume Isonzo. Qui durante una visita guidata è possibile vedere tutte le fasi di realizzazione delle maschere tipiche dei Liški pustje, ascoltarne la storia e scoprire i significati simbolici che si celano dietro a esse.
Figure da un passato lontano
Il gruppo dei Liški pustje è assai variegato e costituito da tanti personaggi, ognuno con un proprio ruolo. Come anche altre maschere tradizionali slovene (ne abbiamo parlato qui), i Liški pustje si suddividono in due sottogruppi: “Ta grdi” (“i brutti”) e “Ta lepi” (“i belli”).
I “belli”, (rappresentati da una coppia di sposi, un medico e una guardia) sono gli unici ad avere il privilegio di poter entrare nelle case, dove si esibiscono in un ballo benaugurante al suono della fisarmonica, che non manca mai nel gruppo.
Ma le maschere la cui origine è più antica sono quelle dei “brutti”: in esse, infatti, ritroviamo elementi tipici che caratterizzano anche maschere di altre regioni slovene e, in un quadro più ampio, di tutta l’Europa centrale.
Il costume è fatto di pelle di pecora o altri materiali naturali, come la sbramatura della corteccia di tiglio (albero considerato sacro). In testa hanno corna o rami d’albero e in mano bastoni di legno o calze piene di cenere con cui colpiscono i bambini e le ragazze.
“Ramašton”, “Ramauš”, “Bajar”, “Braja”: i nomi stessi di questi personaggi mascherati suonano strani ed è impossibile risalire alla loro etimologia o al significato originario.

Del gruppo dei “brutti” fanno parte anche i Pustje, pure loro caratterizzati da elementi che si ritrovano in altre maschere tradizionali slovene: i nastri variopinti che compongono il costume, i campanacci legati in vita e il copricapo in pelle di pecora con corna applicate.

I Pustje vanno in giro per i paesi “armati” di lunghe tenaglie con le quali si divertono a catturare ragazze e bambini che, a loro volta si divertono molto a essere “catturati” da questi “temibili” personaggi.
Una festa patrimonio di tutti
Il cuore della tradizione dei Liški pustje è proprio questo: una festa che riunisce tutte le generazioni, perpetuando riti antichi la cui origine (e anche i significati più profondi), si perdono nella notte dei tempi.
Per alcuni giorni all’anno, durante il carnevale, i paesi semi deserti sopra Kanal si ripopolano e tutti attendono con ansia l’arrivo dei Liški pustje, per ballare insieme, cantare antiche canzoni, ma anche bere un buon bicchiere accompagnato dai dolci di carnevale casalinghi.
L’importanza di questa festa tradizionale e delle maschere artigianali che ne sono le protagoniste è stata suggellata nel 2020 dal Ministero della cultura sloveno, che ha inserito i Liški pustje nel Registro nazionale del patrimonio culturale immateriale.
Video reportage
Nel 2018, in occasione del Carnevale, abbiamo icontrato i Liški pustje a Kanal e con loro siamo andati in giro per i villaggi attorno a Lig, dal mattino, fino alla sera, concludendo la bellissima e un po’ faticosa giornata con un buon gulaš! Potete vedere la nostra giornata nel filmato qui sotto!
Sono rimasta davvero affascinata da questi costumi cosi particolari! Non avevo mai sentito parlare di questi usi e, e ho imparato con il tuo articolo una nuova tradizione carnevalesca. Anche se non azzeccherò mai nessuno dei nomi da te citati! Sono difficilissimi !!
Mi piace particolarmente questi racconti di tradizione.
Personalmente mi piacciono di più le maschere dei “belli”, perchè i “brutti” mi spaventano un pochino, sono leggermente inquietanti hahahah
e poi leggere che i bimbi si fanno catturare dai Pustje, se penso qui in Italia le mamme impazziscono =P
comunque bel articolo, grazie 🙂
Mi piacerebbe molto vedere queste maschere di carnevale. Meno male che non sono andate perse e che la tradizione abbia trovato una nuova vita!
Non ero a conoscenza dell’esistenza di questo carnevale; devo confessare in tutta sincerità che le maschere (almeno come si vedono in foto) sono abbastanza inquietanti.
Non sapevo che in Slovenia ci fosse una tradizione così curiosa del Carnevale. Ho letto affascinata la storia delle maschere, davvero molto carina…
Grazie per aver tradotto i nomi, sono difficilissimi da ricordare!
Molto interessante come storia! La tradizione e la memoria storica vanno salvaguardate. Tra belli e brutti io preferisco i brutti!
Bello scoprire tradizioni e costumi di altri paesi. Non conoscevo queste usanze del carnevale meno male che sono state preservate
Le similitudini con antiche tradizioni italiane sono sempre costanti. I buoni e i cattivi sono sempre rappresentati nelle maschere e il carnevale li sdogana per le strade e le case, come esempio o intimidazione. Bellissima la tradizione slovena, mi piacerebbe molto assistere alle rappresentazioni.
Che belle e particolari queste maschere! Deve essere davvero divertente ammirarli mentre ballano a suon di fisarmonica e campanacci.
Meno male che ci sono persone che tengono alle tradizioni e cercano di mantenerle vive. Molto caratteristiche queste maschere anche se, probabilmente, se dovessi vederle di persona mi metterebbero un pò di timore!
E’ incredibile come questi piccoli paesi scarsamente abitati si ripopolino durante il Carnevale grazie alle goliardate dei Liški pustje. La storia che hai raccontato nell’articolo mi ha affascinata. Sarebbe stato davvero un peccato perdere per sempre questa bella tradizione delle maschere in lamiera che affonda le sue radici in culture ben più antiche ed anche dei riti ad esse collegati.
Un’usanza molto particolare! MPoter ricostruire il passato attraverso i reperti non ha prezzo! Hanno una data particolare in cui i belli e i brutti si esibiscono?
che meraviglia queste maschere, queste tradizioni, davvero molto affascinanti.
Costumi davvero affascinanti del carnevale Sloveno, siamo rimasti veramente colpiti. Non ne avevamo mai sentito parlare. Grazie per averci raccontato di queste usanze.
Bello vedere che le tradizioni, con i loro significato, vengano mantenute in vita! Grazie per la condivisione, non conoscevo queste maschere locali!
Non conoscevo questa tradizione. Mi sembra, almeno per quanto riguarda i brutti, che sia vagamente simile a quella dei Krampus friulani. Forse la vicinanza territoriale ha in qualche modo aiutato la diffusione di tradizioni simili.
Ciao alcune maschere sono davvero orribili in senso buono. Grande che qualcuno ha ripreso la tradizione per non farla scomparire, sarebbe stato un vero peccato