Pust a Mažeruole/Masarolis

Pust a Mažeruole/Masarolis: antichi riti del carnevale in Benečija

Febbraio, tempo di carnevale, che in sloveno si dice “pust” e che, specialmente nelle sue accezioni più arcaiche e tradizionali, continua a essere celebrato anche fuori dai confini nazionali sloveni, come in Benečija, nel profondo nord-est d’Italia, a Mažeruole/Masarolis, in provincia di Udine.

Mažeruole è uno dei numerosi paesi che costellano la Benečija, molti dei quali ormai svuotati dal calo demografico e da decenni di emigrazione, dove si parla il dialetto sloveno, localmente chiamato “po našin” (letteralmente “a modo nostro”). È proprio grazie al suo isolamento che in Benečija, nonostante tutte le vicissitudini storiche, si sono conservate antiche tradizioni le cui radici affondano in un passato remotissimo. Tra queste tradizioni spiccano quelle legate al “Pust”, il carnevale. Come scrisse l’etnologo Niko Kuret, in Benečija si trovano riunite in un territorio relativamente piccolo tutte le caratteristiche più tipiche degli antichi riti carnevaleschi centro-europei.

Dopo aver esplorato i carnevali tradizionali di Čarni Varh/Montefosca, Ruonac/Rodda Marsin/Mersino noi di Slovely.eu abbiamo avuto l’onore di poter documentare in esclusiva un’usanza di carnevale antichissima che si trova solo a Mažeruole. È proprio grazie all’impegno e alla passione dei Možèrci, gli abitanti di Mažeruole, che la tradizione delle antiche maschere e dei riti a esse legati è stata tramandata fino ai giorni nostri.

L’eterna lotta tra il bene e il male

Protagonisti indiscussi del Pust (carnevale) di Mažeruole sono Te Križnast (“quello della croce”) e Te Kožnast (“quello peloso”), due figure arcaiche che racchiudono in sé numerosi significati simbolici contrapposti: il bene e il male, l’inverno e la primavera, il vecchio e il nuovo.

Te Križnast e Te Kožnast al pust di Mažeruole/Masarolis.
Te Križnast e Te Kožnast al pust di Mažeruole/Masarolis.

Come numerose altre figure carnevalesche della tradizione slovena, il travestimento di Te Križnast e Te Kožnast è caratterizzato da pelli di pecora e grossi campanacci legati sulla schiena. Fare rumore, con campanacci o altro, è una caratteristica tipica delle maschere tradizionali slovene e non solo.

Ad accompagnare i due protagonisti del Pust sono le Minke, due figure femminili che rappresentano le mogli di Te Križnast e Te Kožnast. Le Minke girano sempre con una scopa in mano e ovunque passano fanno pulizia, anche e soprattutto in senso metaforico, spazzando via tutto ciò che c’è di negativo.

Le maschere in giro per le strade di Masarolis.
Le Minke con le loro scope aprono il corteo delle maschere.

Anche nel Pust di Mažeruole non manca la contrapposizione tra le maschere brutte (“Te Grdi”) e quelle belle (“Te Lipi”), come ci spiega il signor Claudio Comugnaro, che assieme alla famiglia accoglie a braccia aperte il gruppetto festante dei Pustjé venuto a fargli visita.

“I belli, ‘Te Lipi’, sono uomini travestiti da donne che portano un grande cesto in cui raccolgono i doni che vengono loro offerti dalle famiglie a cui fanno visita.”

Le Te Liepe, le belle del Pust di Mažeruole.
Le Te Liepe, le belle del Pust di Mažeruole.

La questua, cioè fare il giro del paese raccogliendo doni, è uno degli elementi fondanti del carnevale tradizionale. “Le nostre maschere hanno una storia millenaria,” racconta Claudio. “In tutti i paesi della Benečija ci sono maschere tradizionali tipiche, ma tutte hanno dei tratti in comune. Il loro arrivo è considerato benaugurante, porta abbondanza e una buona annata a tutto il paese.”

Antichi riti benauguranti

“Tutti sono felici di accogliere i Pustjé (le maschere) in casa, perché portano gioia e benedizione,”

ci racconta la signora Norma Spelat, che ricorda ancora con nostalgia i carnevali della sua giovinezza, quando la festa durava per giorni e il paese era pieno di gente.

L'allegro gruppo del Pust di Mažeruole.
L’allegro gruppo delle maschere.

Anche la signora Eleonora Comugnaro ci confida i suoi ricordi di bambina, quando assieme ai compagni di giochi rincorreva i Pustjé in giro per il paese:

“Eravamo attirati da loro, e al tempo stesso ne avevamo paura. A volte ci colpivano con una calza piena di cenere. Però ci divertivamo tanto!”

Dai racconti degli abitanti di Mažeruole emergono tra le righe i significati più profondi del Pust e le tracce degli antichi riti precristiani in esso nascosti.

Te Križnast, Pust di Mažeruole.
Te Križnast, la maschera simbolo del Pust di Masarolis/Mažeruole.

“C’erano diverse superstizioni legate al carnevale,” ci spiega la signora Eleonora. “Per esempio, ai Pustjé bisognava assolutamente regalare delle uova, perché portava bene: così le galline avrebbero deposto tante uova durante tutto l’anno.”

È evidente il profondo legame tra gesti propiziatori, riti pagani di cui nei secoli si sono persi i significati originari, e la vita rurale strettamente legata alla natura, agli animali e al susseguirsi delle stagioni.

L'allegro gruppo del Pust di Mažeruole.
L’allegro gruppo del Pust di Mažeruole.

Negli otto giorni successivi a martedì grasso, i Pustjé si radunavano e mangiavano zabaione e frittate preparati con le uova raccolte durante la questua. Si trattava di un pasto quasi rituale, riservato esclusivamente a coloro che durante il carnevale avevano impersonato le varie maschere.

Tra passato e presente

Anche il momento culminante del Pust di Mažeruole è intriso di gesti simbolici che rimandano a un passato e a un sentire lontani, di cui possiamo soltanto intuire il senso più profondo.

L'allegro gruppo del Pust di Mažeruole.
L’allegro gruppo del Pust di Mažeruole.

Il martedì grasso Te Križnast e Te Kožnast inscenano una lotta nella piazza del paese: Te Križnast rincorre Te Kožnast, che cerca riparo arrampicandosi su un albero. Ma a un tratto si sente uno sparo: Te Kožnast cade morto e viene trascinato su una slitta fino al vicino torrente (“patòk”), in cui viene (simbolicamente) gettato.

Il povero Te Kožnast buttato nel patòk.
Il povero Te Kožnast buttato nel patòk.

Alla fine, quindi, a vincere è il bene: il nuovo, la primavera, scaccia il vecchio, l’inverno. I Pustjé con la loro allegria e i loro gesti simbolici portano benedizione e accendono la speranza in un futuro migliore. La speranza è anche quella che la tradizione del Pust continui a essere tramandata, mantenendo vivo lo spirito di comunità. Vedendo i giovani che prendono parte al Pust, tra cui i due giovanissimi che impersonano Te Križnast e Te Kožnast, la speranza sembra ben riposta.

Videoreportage

Ringraziamo di cuore Miriam Macorig e tutti i Možèrci che ci hanno accolti con calore e simpatia, condividendo con noi un momento sentito e importante per la comunità di Mažeruole.

Grazie a loro abbiamo potuto realizzare in esclusiva questo videoreportage che ripercorre i momenti salienti del Pust di Mažeruole, in cui sono gli stessi Možèrci a raccontare le proprie tradizioni nel melodioso dialetto sloveno “po našin”.

Sara Terpin

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