L’estate, con le sue giornate lunghe e soleggiate, è sicuramente il periodo migliore per andare a camminare in montagna, così anche Slovely.eu ritorna sui monti sloveni per parlarvi non di una vetta in particolare, come fatto a suo tempo per il Triglav o il Mangart, ma di una zona davvero meravigliosa, un anfiteatro di montagne che prende il nome di Kriški podi.
Preparate quindi zaino, scarponcini, bastoni, cibo e tanta acqua e partiamo che la camminata sarà bella lunga! 😉
Dall’Isonzo alle vette più alte delle Alpi Giulie
Si può salire sui Kriški podi da due lati: da Mojstrana oppure da Trenta. Siccome siamo italiani (ed è anche la via più facile!) scegliamo sicuramente di partire da Trenta, all’inizio della splendida valle dell’Isonzo. Superiamo l’abitato di Trenta e, al primo tornante del passo del Vršič, giriamo a destra verso la valle Zadnjica, dove parcheggiamo.
Attenzione: come ormai quasi ovunque in Slovenia, il parcheggio è a pagamento (0,50€/ora, max 5€/giorno) e non c’è parchimetro; è necessario pagare con la app Easypark, quindi scaricatela e registrate targa e metodo di pagamento. È molto utile e utilizzata in Slovenia. C’è buona copertura 4G presso il parcheggio.

Dal parcheggio si comincia a salire dolcemente lungo la graziosa vallata della Zadnjica fino ad arrivare a una prima indicazione: sulla destra si va sul Triglav (ve ne abbiamo già parlato qui) o alla Zasavska koča na Prehodavcih (per vedere i laghi del Triglav). mentre sulla sinistra si va al Pogačnikov Dom na Kriških podih che è esattamente dove andremo noi.
Attenzione: il rifugio è aperto da giugno a settembre, ma controllate sempre sul sito che sia regolarmente aperto (io l’ho trovato chiuso a giugno 2022). Se si vuole dormire in loco si può pernottare sia nel rifugio che nel bivacco accanto.
Proseguiamo lungo una strada prima sterrata, poi cementata fino a raggiungere la stazione di valle della teleferica che collega il rifugio (vi piacerebbe salire su in teleferica eh? Non si può! 😛 ). La freccia per il rifugio sui Kriški podi ci segnala che impiegheremo 3 ore e mezza per raggiungerlo. È un’indicazione piuttosto corretta. Chi è in forma ci metterà anche meno.
Il sentiero, sempre ben segnalato, sale in modo costante e deciso, nella prima parte quasi sempre all’ombra del bosco (che in estate è una manna). Si può ammirare una bella cascata e si devono superare diversi torrenti asciutti. Man mano che si sale, il bosco comincia a diradarsi e si moltiplicano le vedute panoramiche sui giganti di pietra delle Giulie.

Perdersi è praticamente impossibile, non ci sono altri sentieri, nessun bivio, il percorso prosegue sempre in salita più o meno costante. Ogni tanto si trova qualche tronco dove sedersi per riposarsi (non molti per la verità). Bisogna passare dai 650m di Zadnjica ai 2050m del rifugio, quindi la bellezza di 1400m di dislivello. Tecnicamente è una salita semplice, ma è lunga e costante.

Salendo di altitudine il bosco si dirada fino a sparire e cambia decisamente il panorama. La pietra, tipica delle Alpi Giulie, la fa da padrona e il sentiero comincia a zigzagare tra un ghiaione e l’altro. Ma non è un panorama desertico: non manca l’erba e, in estate, tantissimi fiori. Tante sono anche le farfalle, una più colorata dell’altra. E purtroppo quest’anno sono numerose anche le mosche, assai fastidiose.
Importante: l’intero percorso è all’interno del Parco Nazionale del Triglav (Triglavski Narodni Park). Va portato il massimo rispetto alla flora (non raccogliere i fiori!), alla fauna e vanno rispettate le semplici regole della montagna. La spazzatura la si porta a casa. È vietato l’uso dei droni. E come sempre sui sentieri sloveni un saluto come “dober dan” o “živijo” fa sicuramente piacere! 😉
Il primo lago e la fonte
La prima piccola deviazione arriva a quota 1880m, quando sulla destra vediamo una freccia che indica il lago Spodnje Kriško jezero a soli 3,5 minuti di cammino. Si tratta del primo dei 3 laghi che ammireremo durante questa gita. I laghi del Križ (Kriška jezera) sono i 3 laghi alla massima altitudine di tutta la Slovenia. Poco prima del primo lago si trova, sulla destra e ben visibile, una fonte d’acqua: è gelida, potabile e buonissima. Ottima per fare scorta.

Siamo su un altopiano tipicamente carsico, situato tra i 1800 e i 2200 metri e i tre laghetti si sono formati grazie al fondo impermeabile di altrettante grandi doline. Altri minuscoli laghetti si possono formare lì vicino con lo scioglimento della neve. Il lago inferiore è quello più grande dei tre: lungo 120m, largo 90m e con una profondità di 9,5m. Nessuno dei tre laghi è balneabile. Si ha una splendida vista sul lago salendo un pochino una volta tornati sul sentiero principale.

Il primo lago è sicuramente il luogo migliore per riposarsi dopo tanta faticosa salita, godendosi la pace e ammirando la bellezza della montagna. Sperando non ci siano troppe mosche. Le rive del lago sono verdi, con tanti fiori e, pur non essendoci pesci, non mancano piccole forme di vita anche in queste gelide acque.
Il secondo lago e gli stambecchi
Ancora mezz’oretta di camminata, piuttosto ripida ma allietata dagli splendidi piccoli fiori di montagna, e si arriva al lago di mezzo, Srednje Kriško jezero, praticamente attaccato al rifugio Dom na Kriških podih. Questo è il lago più piccolo dei tre (un cerchio di 30m di diametro), lo si vede dall’alto e proprio lì sopra incontro i primi stambecchi, kozorog in sloveno, l’animale simbolo del Parco Nazionale del Triglav.

Gli stambecchi s’incontrano quasi sempre da queste parti e sembrano decisamente abituati alla presenza umana, pur stando a distanza di sicurezza; li trovo anche a brucare tranquillamente accanto al rifugio, purtroppo chiuso (niente jota e klobasa con birrazza, mannaggia!). Il rifugio era noto per il suo ottimo gelato vegano, che purtroppo non ho potuto provare, sarà per la prossima volta.

Sono ben 7 le vette, tutte abbondantemente sopra i 2000 metri, che sovrastano l’anfiteatro dei Kriški podi: Razor (2601m), Planja (2453m), Križ (2410m), che dà il nome alla zona, Stenar (2501m), Bovški Gamsovec (2392m) e Pihavec (2419). Tutti sono raggiungibili dal rifugio in massimo un paio d’ore. Tutte le ascese, a parte quella allo Stenar (che però è la più lunga) sono impegnative e vanno affrontate con la dovuta preparazione e attrezzatura.
Il terzo lago e la vista sul Triglav
Siccome io, come sempre, non ero minimamente allenato, ero da solo e pure stanco e affamato (maledetto rifugio chiuso!) mi restavano due possibilità: o tornavo a valle o mi facevo forza e proseguivo ancora un po’ per vedere il terzo lago. Un’occhiata alle foto su Google e non ho dubbi: mi mangio un bombolone, gambe in spalla e si prosegue, in salita ovviamente!

Il terzo lago, Zgornje Kriško jezero, è a un’altitudine di 2158m, quindi un centinaio di metri sopra il rifugio. Ma il sentiero è quello che porta al monte Križ e passa decisamente più in alto, quindi il dislivello cresce e non poco. Questo pezzo di sentiero è un po’ più impegnativo, c’è qualche passaggio stretto, qualche crepaccio, alcuni chiodi per aiutarsi e a giugno si può incontrare ancora parecchia neve (oltre alle immancabili mosche). E a volte è facile perdere il sentiero.

La salita per arrivare dal rifugio al punto panoramico sopra il terzo lago dura circa un’oretta (a seconda della condizione fisica, io ero stanchissimo) e per me è stata sicuramente la parte più impegnativa della giornata. La vista però è impagabile. Giù in basso il lago, ancora parzialmente ghiacciato, è il più alto della Slovenia e misura circa 80×80 metri. Tutto attorno le 7 vette dei Kriški podi e a fare da cornice, maestoso, il gigante Triglav.

Anche a occhio nudo si vede distintamente il grande rifugio sulla Kredarica, ai piedi della vetta del Triglav, mentre per vedere l’Aljažev stolp è necessario un binocolo o un buon teleobiettivo sulla macchina fotografica. Sembra tutto lì a due passi, ma per arrivare in cima alla montagna simbolo della Slovenia ci vogliono ben 7 ore di cammino!

Scatto qualche foto mentre le mosche mi tormentano manco fossi una mucca (l’odore dev’essere simile!) e le gambe mi insultano in tutte le lingue del mondo; bevo tutto il bevibile e mi godo questo panorama davvero super. E subito scatta la Triglav-nostalgia, ma sono troppo stanco anche solo per pensarci!
Il ritorno a valle
Il ritorno dal punto panoramico sopra il lago superiore fino al rifugio è più agevole dell’andata, anche perché ormai ho imparato il sentiero e la discesa un po’ aiuta. Le ginocchia in compenso urlano, ma con calma ritorno senza particolari problemi. Al rifugio non c’è anima viva, a parte gli stambecchi ovviamente, sempre a brucare l’ottima erba locale.

L’effetto dell’ultimo bombolone è ormai quasi svanito, saluto gli amici stambecchi e inizio la lunga discesa. Stop obbligatorio alla fonte dopo il lago inferiore per riempire le borracce: fa caldissimo, in quota il sole brucia ma per fortuna c’è un po’ di aria, ma bisogna bere davvero tanto.

Come sempre accade, la discesa sembra non finire mai e non vedo l’ora che arrivi il bosco per avere un po’ di ombra. In realtà in circa 2 ore sono di nuovo a valle. Il primo desiderio che ho è quello di fermarmi accanto alle gelide e impetuose acque della Zadnjica, togliermi le scarpe e immergere i roventi e stanchissimi piedi nel torrente: goduria… almeno per 10 secondi, poi iniziano i crampi per il gelo!

Dati del percorso
Ancora una volta il mio smart-watch economico (ma sono genovese, che ci posso fare!) mi ha tirato un mezzo pacco, resettandosi dopo un paio d’ore, per cui non ho i dati precisi al millimetro, ma in linea di massima questi sono i dettagli della camminata:
- Distanza: 20km
- Tempo complessivo (incluse soste): 10 ore
- Dislivello: 1800m
Tanto? Poco? Dipende esclusivamente dalla propria condizione fisica. Il percorso non prevede difficoltà tecniche, ma è indubbiamente lungo e con un dislivello importante. Chi è allenato lo farà senza problemi e potrà anche portarsi a casa l’ascesa a una delle sette vette. L’importante, come sempre, è rispettare la montagna e i propri limiti.
Consiglio: credo che l’ideale, meteo permettendo, sia salire al rifugio con calma, verso mezzodì, godersi la serata, fermarsi in quota per la notte e tornare a valle l’indomani (magari dopo aver salito una delle vette). In questo modo si divide la fatica su due giorni e, soprattutto, ci si possono godere tramonto, alba e cielo stellato che, a giudicare dalle foto che si vedono in rete, devono essere qualcosa di spettacolare!
Vivendo praticamente a due passi dalla Slovenia seguo con molto interesse sia il blog che i vari social perché grazie a te riesco a scoprire sempre cose nuove su una Nazione che ho iniziato a “praticare” da poco più di 3 anni! Adoro la montagna perciò salvo questo post perché ho bisogno di posti così per scappare dal caldo boia di Trieste
leggendo i tuoi articoli ci sono dei bellissimi posti in Slovenia soprattutto le montagne
La presenza di uno stambecco alla vista del Triglav è qualcosa di eccezionale! Che montagne sublimi ha la Slovenia, montagne che non hanno nulla da invidiare alle nostre italiane ma che, anzi, sono ben attrezzate a ricevere un turismo sostenibile e consapevole. Ancora una volta mi fai innamorare di questo Paese, grazie <3
Hai fatto delle splendide foto e gli stambecchi li hai visti da molto vicino. Sono abituati ad avere contatti ravvicinati con l’uomo ? Sono molto curiosa.
Sembra davvero un bel trekking, non so se riuscirei a farlo in giornata senza pernottare in rifugio per riprendere le forze ma sicuramente sarebbe bello anche solo arrivare al secondo laghetto e riuscire a vedere i primi stambecchi!
La passeggiata è bellissima, dici che non è difficile ma non ci credo molto e immagino che la soluzione di passare la notte al rifugio sia la migliore. Hai fatto anche delle foto magnifiche
Non mi stancherò mai di dirti che mi stai facendo innamorare di questi territori ogni giorno di più..devo assolutamente convincere mio marito a organizzare un road trip in Slovenia, tra natura e relax.
Non sono proprio una fan della montagna, ma che belle queste immagini! I panorami che hai descritto devono essere unico e mi fai sempre più venire voglia di visitare la Slovenia
Un trekking davvero completo! Viste spettacolari, incontri ravvicinati del secondo tipo (stambecchi!), laghetti e fonte d’acqua potabile! Una volta anche sul Montasio c’erano un sacco di stambecchi, ma negli ultimi anni… più visti così vicini.
Una domanda: hai scritto che i laghetti non sono balneabili, è vietato? Grazie per la risposta!
Che bello immersi nella natura, le montagne in foto sono molto belle, immagino vederle dal vivo lo saranno ancora di più.