A Brkini, regione collinare tra il Carso e l’Istria, in particolare nei paesi di Hrušica e Podgrad, viene custodita una delle più antiche tradizioni carnevalesche della Slovenia, e in assoluto quella più anticamente documentata: la tradizione degli škoromati.
Škoromati: un nome misterioso
Il loro nome compare per la prima volta in un documento del 1340 in cui le autorità della città di Cividale del Friuli (Čedad in sloveno) emanarono il divieto di uscire in strada “in habitu scaramatte” – cioè mascherati da “scaramat” o “škoromat”. Anche se Cividale dista da Brkini un centinaio di chilometri, per oltre 700 anni il nome di quest’antica maschera si è conservato proprio in questa remota regione.

Ma da dove deriva il nome “škoromat”? Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi, tra cui la più plausibile sarebbe la derivazione dall’antico tedesco “skarwahta”, “Scharwächter” in tedesco moderno, che significa “guardiano”. In effetti, una delle maschere più tipiche degli škoromati, lo škopit (detto anche “kliščar”), rappresenta proprio il guardiano del paese, con il suo caratteristico impermeabile nero e il lume legato alla catena intorno alla vita.
Škoromatija: una festa per tutto il paese
“Per noi gli škoromati non sono limitati al periodo di carnevale, ma fanno parte della nostra vita durante tutto l’anno. È qualcosa che fa parte dei nostri geni,”
ci racconta Ester Juriševič, insegnante di Hrušica e studiosa di tradizioni locali. I preparativi per il carnevale, infatti, iniziano molto presto: già il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, gli škoromati si radunano per decidere chi svolgerà quale ruolo e chi sarà il “kapo”, colui che guiderà il gruppo durante l’evento principale del carnevale, il giro di questua per il paese.

Mantenendo fede all’antica tradizione, alle donne non è permesso travestirsi da škoromati. Ciononostante, mamme, nonne e fidanzate hanno un ruolo importante nella škoromatija: i fiori e le decorazioni di carta crespa che decorano i copricapi e i bastoni sono fatti dalle mani abili e pazienti delle donne. E sono le donne che preparano i dolci di carnevale e altri manicaretti che attendono gli škoromati quando vanno di casa in casa.

In realtà, tutte le generazioni sono coinvolte nella škoromatija: dai più anziani, che tramandano i dettagli delle antiche tradizioni e insegnano ai giovani il loro significato, ai bambini, che sin da piccolissimi accolgono con entusiasmo queste usanze e le fanno loro, a garanzia di una continuazione della tradizione anche nel futuro.
Chi sono gli škoromati?
Con il termine “škoromati” si indica una moltitudine di maschere diverse, alcune di origine più antica, altre più nuove. Tra le più antiche c’è il già citato škopit o “kliščar” che, come detto, rappresenta la figura del guardiano. Un impermeabile nero legato con un catenaccio, un grande copricapo tondo fatto di pelle di coniglio e piume di rapace, stivali neri e un paio di enormi tenaglie: questi sono gli attributi dello škopit che, con il volto completamente ricoperto di colore nero, è lo škoromat che più incute timore.

Il suo attrezzo caratteristico sono un paio di enormi tenaglie con cui acchiappa le ragazze, per poi tingere loro il volto di nero con la fuliggine, aiutato dagli altri škoromati. Un gesto che oggi fa sorridere e sembra più che altro uno scherzo, ma che in realtà rimanda ad antichi riti propiziatori di fertilità.

L’altra figura più antica e più famosa sono gli “škoromati z zgonci” (“škoromati con i campanacci”) o “zgončarji”, che come dice il nome stesso indossano legati intorno alla vita, sopra a un gilet di pelle di pecora, dei pesanti campanacci che fanno risuonare correndo o saltando. Come in altre maschere tradizionali slovene, anche qui il rumore e i suoni forti hanno un ruolo rituale, tra cui quello di scacciare l’inverno e il male per propiziare l’arrivo della primavera e della luce.

L’accessorio più vistoso e caratteristico degli “škoromati z zgonci” è il copricapo a forma di cono ricoperto di un centinaio di fiori di carta crespa, rigorosamente nei tre colori della bandiera slovena. Fiori e nastri decorano anche la “krabalja”, un bastone dalla forma particolare che ogni škoromat deve procurarsi da sé, cercando nel bosco rami dalla forma contorta. A completare il travestimento, gli “škoromati z zgonci” indossano una maschera intagliata a mano in legno di tiglio, albero sacro della tradizione slovena.

Ad accompagnare lo škopit e gli zgončarji ci sono altre maschere con ruoli e significati simbolici ben precisi: lo sposo e la sposa che rappresentano la fertilità, “ta zeleni” (“i verdi”), con i vestiti fatti di rami di abete, foglie di edera o muschio, a simboleggiare la rinascita della natura, il “pepeljuhar”, che sparge cenere mista a polvere di fieno per “benedire” le case e le famiglie, “ta debel” (“il grasso”) a simboleggiare – e propiziare! – l’ abbondanza e “cunjar”, che nonostante l’aspetto allegro e colorato (il suo costume è fatto di nastri di tessuto variopinto) rappresenta un corpo in decomposizione, ossia lo spirito degli antenati che ritornano sulla terra.

La škoromatija ieri e oggi
Come altre maschere di origini antiche, anche la tradizione della škoromatija è legata ad antichissimi riti che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. Secondo l’etnologo Niko Kuret, due sono gli elementi che confluiscono nel carnevale tradizionale sloveno: da un lato il culto degli spiriti della natura e della fertilità (animismo), e dall’altro quello dei defunti (manismo).

Le maschere, spesso dall’aspetto un po’ inquietante, che vanno di casa in casa a raccogliere doni, ricorderebbero le anime dei morti che tornano sulla terra a far visita alle proprie famiglie e, in cambio di doni, portano benedizione e prosperità.

Spesso le tradizioni carnevalesche vengono portate avanti senza che si conoscano le loro implicazioni più antiche, ma rimane il fatto che tutto il paese, il sabato prima di carnevale, attende con gioia l’arrivo degli škoromati. Le famiglie allestiscono davanti alle case tavole imbandite con cibi e bevande per gli škoromati, che in cambio si esibiscono in danze, suonano e cantano.

Nelle case, però, entrano solo i “poberini”, di solito due ragazzi vestiti elegantemente che raccolgono doni, accompagnati da uno “škoromat z zgonci” ma senza maschera, perché in casa si entra solo a volto scoperto. In cambio dei doni, i poberini augurano alla famiglia salute e prosperità.

I festeggiamenti di carnevale si concludono il mercoledì delle ceneri, quando viene tolto il “pust”, un fantoccio che durante tutto il periodo di carnevale viene esposto nella piazzetta del paese. Il “pust” viene trascinato in corteo funebre per il paese e, dopo essere stato accusato di tutti i mali accaduti durante l’anno, viene condannato a morte e bruciato. Anche nella škoromatija, come in altre tradizioni carnevalesche, ritorna quindi il gesto del rogo del carnevale come rito di espiazione e purificazione.

La škoromatija è oggi una tradizione amatissima e riconosciuta: nel 1999 le Poste slovene hanno dedicato agli škoromati una serie di francobolli e nel 2012 la škoromatija è stata ufficialmente iscritta nel Registro del patrimonio culturale sloveno. Tuttavia, la storia degli škoromati non è stata sempre rosea, anzi.

Come ci racconta Danijel Cek, giornalista e uno dei promotori della rinascita della škoromatija nel paese di Hrušica, nella storia gli škoromati sono stati spesso osteggiati: dalla Chiesa che vedeva in loro uno strascico del paganesimo, dal regime fascista durante l’occupazione italiana tra le due guerre, che voleva cancellare qualsiasi traccia della tradizione e della cultura slovena, e infine anche dal nuovo Stato jugoslavo nel secondo dopoguerra.

Ma in tutto questo la tradizione della škoromatija è sopravvissuta, pur tra alti e bassi, arrivando fino ai giorni nostri più forte che mai. A testimoniarlo sono l’entusiasmo, la partecipazione, la gioia autentica e genuina che abbiamo visto anche noi partecipando alle scorrerie degli škoromati nel loro paese durante questo carnevale. Un grazie di cuore a loro e a tutti gli abitanti di Hrušica per averci accolti così calorosamente e averci permesso di condividere con loro un momento di festa così importante per la comunità.
Škoromati di Hrušica: il video
Ogni anno noi di Slovely.eu documentiamo con un video reportage una festa di carnevale tradizionale slovena – e la škoromatija non poteva di certo mancare alla nostra collezione! Per tre giorni siamo andati a Hrušica a conoscere le maschere che animano questa bellissima festa, a scoprirne i significati e i preparativi, ed è stato estremamente divertente seguirle il sabato di Carnevale. Qui sotto potete vedere il risultato nel nostro video.
E’ bello vedere che questa tradizione non sia scomparsa nel corso degli anni, nonostante i tentativi di affossarla. Sarebbe stato un vero peccato perché eventi di questo tipo sono molto di più che un semplice appuntamento annuale, ma sono un collante per la comunità.
Bellissimi i costumi, a volte inquietanti ma per lo più spettacolari con quei fiori che sembrano veri.
Ogni volta che approdo su un tuo articolo cerco sempre di memorizzare quasti nomi così particolari, ma non ci riesco mai. sarei davvero curiosa di vedere questo evento tipico dal vivo, sarebbe un’esperienza fantastica da fare anche con i bambini.
Adoro leggere di tutte queste tradizioni slovene, sto imparando molto della loro cultura dal
Tuo blog!
In alcune cose le maschere mi hanno ricordato la tradizione sarda, stupendi questi copricapo per festeggiare lo Škoromati.
Ho letto con attenzione la storia sull’origine del nome di queste maschere; sono molto belle, così colorate, ma in alcune delle foto sembrano un pochino inquietanti. Spero che sia solo una mia impressione!
Queste maschere sono così diverse da quelle italiane e così interessanti! Non conoscevo affatto questa tradizione ma tu mi insegni che la Slovenia ha tradizioni davvero millenarie e il suo folklore è davvero particolare!
Allora, io faccio raccolta di francobolli e i due che hai messo qui sopra ce li ho ma… ehm… non avevo mai capito bene a che cosa si riferissero, tanto che pensavo fosse una qualche rievocazione storica tipo “antichi mestieri” a causa delle grosse tenaglie.
Per fortuna sei arrivata tu a spiegarmi l’arcano! Grazie!
Adoro vedere come queste tradizioni continuino nel tempo. Soprattutto il carnevale con diverse maschere pronti per divertirsi senza dimenticare il vero significato dell’evento.
Trovo meraviglioso riuscire a tenere vive certe tradizioni e riuscire a coinvolgere le nuove generazioni. Esistono anche in Italia numerose maschere tradizionali e usanze antiche, che però si stanno perdendo e verranno ben presto dimenticate. Certi riti fanno parte della cultura di un paese: è importante riuscire a conservarle.
Ogni volta ci fai scoprire delle splendide tradizioni slovene. È davvero un valore aggiunto il fatto che vengano portate avanti con così tanta convinzione e partecipazione collettiva.
Che bello vedere tradizioni così sentite e celebrate a differenza di usi che si abbandonano in Italia. I costumi così colorati sono poi proprio affascinanti, sicuramente un evento interessante da non perdere
Ammetto di non essere una grandissima fan del carnevale però il prossimo anno prenderò parte sicuramente a questo, son sicura che le bambine di divertiranno tantissimo
Mi piace sempre scoprire costumi e tradizioni locali ed è bello mantenerli vivi ancora oggi coinvolgendo tutti in paese.