E’ sicuramente uno dei fiumi più belli non solo della Slovenia e dell’Italia, ma probabilmente di tutta Europa. Parliamo ovviamente dell’Isonzo, in sloveno Soča, il fiume di smeraldo che scorre in Italia da Gorizia fino all’Adriatico, ma è in Slovenia che crea i paesaggi più suggestivi. Oggi andiamo a visitare il suo luogo natio, le sorgenti dell’Isonzo, in sloveno izvir Soče.
Per arrivare in questo luogo magico la strada da percorrere non è poca e a tratti discretamente impervia. Partendo da Gorizia dovremo risalire tutto il corso del fiume, per lunghi tratti costeggiato dalla strada statale, per poi inerpicarci, dapprima in auto, quindi a piedi, attraverso le montagne per andare a scoprire e a toccare con mano le sue gelide acque che sgorgano dalle bianche rocce e che danno forma a questo lungo serpentone color smeraldo, ben noto ai goriziani.
Lasciata l’Italia alle spalle, si guida in scioltezza verso Tolmin, quindi Kobarid e Bovec, da dove si prosegue verso Trenta ed infine verso il passo del Vršič, il più alto di tutta la Slovenia e delle Alpi Giulie (Julijske Alpe). Qui troviamo le indicazioni per l’Izvir Soče, lasciando la tortuosa strada principale che ci porterebbe a Kranjska Gora, per addentrarci in un’altra vallata, in fondo alla quale scorre il giovane Isonzo.
Lasciata l’auto presso il rifugio Koča pri Izviru Soče, è giunto il momento di camminare. E non sarà una passeggiata delle più semplici, per quanto certamente non lunga (circa un quarto d’ora), ma piuttosto ripida e con alcuni tratti decisamente esposti. Il primo tratto, nonostante una certa ripidezza, non presenta particolari difficoltà, anche se sono presenti corde metalliche per una maggiore sicurezza.
Arrivati in prossimità delle rocce da cui sgorga la Soča, il sentiero, se ancora così si può definire, diventa decisamente impervio. Le corde metalliche diventano fondamentali e bisogna porre la massima attenzione a dove si mettono i piedi, facendosi forza con le braccia. Il passaggio è esposto, sotto di noi sgorga l’Isonzo appena nato, la prudenza non è mai troppa e dopo poco si arriva di fronte allo spettacolo per il quale siamo arrivati sino a qui.
Siamo alle sorgenti, l’Izvir Soče: l’acqua dell’Isonzo è di una trasparenza e limpidità incredibile, freddissima. Se la luce lo permette, si può vedere l’interno della sorgente, una piccola e lunga grotta nella roccia, riempita d’acqua limpidissima. I colori sono parimenti splendidi (se c’è il sole!), così come il panorama tutt’attorno, in questo piccolo antro circondato dagli alti monti delle Alpi Giulie.
Passati alcuni minuti a contemplare questa meraviglia della natura, è tempo di salutare l’Izvir Soče e di tornare a valle, magari camminando ancora un po’ lungo il giovanissimo Isonzo, che scende dalle rocce formando copiose cascatelle e prendendo forza e vigore. Ogni angolo del fiume invita a fare nuove fotografie e a fermarsi a godere di questa meraviglia! Se poi alla fine fosse venuta un po’ di fame, segnaliamo che al rifugio dove si lascia l’auto è anche possibile mangiare corpose pietanze di montagna, che non guastano mai!
Come arrivare
Da Trieste: si va a Gorizia (A4 o statale lungo il vallone) e da lì si seguono le indicazioni riportate qui sotto. Tempo di percorrenza: 2 ore e 45 minuti.
Da Gorizia: si segue per Nova Gorica e Solkan lungo la valle dell’Isonzo/Soča in direzione Tolmin da dove si prosegue fino a Kobarid e quindi Bovec. Superato l’abitato di Bovec si prosegue in direzione Trenta. Superato l’abitato di Trenta si prosegue lungo il passo del Vršič in direzione di Kranjska Gora. Sopo i primi due tornanti del passo, al terzo tornante, si prende la deviazione a sinistra per l’Izvir Soče. Si lascia l’auto dopo circa 1km in prossimità del rifugio. Tempo di percorrenza: 1 ora e 50 minuti.
Da Udine e dal resto d’Italia: si va fino a Cividale del Friuli da dove si prosegue lungo il Natisone oltrepassando San Pietro/Špietar e Pulfero/Podbonesec ed entrando in Slovenia fino a Kobarid. Da lì seguire le indicazioni sopra riportate. Tempo di percorrenza: 1 ora e 50 minuti.
Vinjeta: NO
Non è necessario avere la vinjeta (bollino autostradale) per percorrere le strade indicate in questa pagina.
Ci sono andato due volte e l’ultima volta proprio ques’anno il 13 giugno,il primo giorno di bel tempo dopo una primavera piovosa e particolarmente fredda.Per fortuna non guidavo,così ho avuto il piacere di ammirare il panorama stupendo di tutto il tragitto che è stupendo.
Piccola integrazione. Nella Val di Trenta si trova anche il monumento dedicato Julius KUGY nato a Gorizia nel 1858. Il suo interesse oer la botanica, pur essendo laureato in legge, lo avvicinò alla montagna appassionandolo fino a farlo diventare uno dei piu importanti alpinisti e poeta delle Alpi Giulie. Per ulteriori approfondimenti …. http://www.nuovolitorale.org/kugy.asp
Grazie per l’informazione, Benito!