La Slovenia è senza dubbio un paese largamente rurale e c’è una costruzione che è diventata il simbolo del mondo contadino sloveno. La troviamo ovunque, in giro per il paese, dalla pianura alla montagna, passando per la campagna, dove regna sovrana, fino alle periferie delle principali città. Stiamo parlando del “kozolec“, il tipico essicatoio per il foraggio, nelle sue tante varianti, sempre di legno, più o meno grande.
Come abbiamo detto, i kozolec si trovano dappertutto in Slovenia, ma c’è un piccolo paese nella regione della Dolenjska che si chiama Šentrupert, di cui abbiamo parlato tempo fa per la sua splendida chiesa gotica, dove sono stati trasferiti ben 19 diversi essicatoi, andando a formare il primo (e ovviamente unico) museo dei Kozolec al mondo, chiamato Dežela kozolcev, la terra degli essicatoi.
Gli essicatoi che troviamo oggi al mueso di Šentrupert sono tutti provenienti dalla Mirnska dolina, la valle del fiume Mirna, che scorre proprio accanto a Šentrupert, ad eccezione di uno, che proviene dalla zona di Ivančna Gorica (un po’ più a nord, lungo l’autostrada per Ljubljana). In questo particolarissimo museo si vuole mostrare lo sviluppo dei kozolec nel corso degli anni e la loro evoluzione, da semplici essicatoi fino alle loro forme più elaborate chiamate Toplar.
La terra dei kozolec si estende per 2,5 ettari alle porte di Šentrupert, con al suo interno una serie di percorsi pedonali per un totale di 1km. I tipi diversi di essicatoio presenti all’interno del museo sono 6: tre singoli e tre doppi. Tra questi non si può non citare il “toplar di Luka“, del 1795, considerato uno dei più antichi kozolec doppi perfettamente conservati in Slovenia e quindi nel mondo intero.
Ma cosa è di preciso un kozolec? Di solito parliamo di kozolec di fronte a una costruzione coperta da un piccolo tetto utilizzata per l’essicazione e la conservazione del foraggio (grano, fieno, grano turco, lino, canapa, legumi, etc…). Ma ci sono anche kozolec più grandi, come quelli doppi, con un grande tetto, sotto al quale venivano (e vengono tutt’ora) conservati gli attrezzi da lavoro, i carri, le macchine, i trattori, etc…
I kozolec oggi sono utilizzati sempre meno e purtroppo capita di vederne in rovina, lungo le campagne slovene. Ma un tempo venivano utilizzati per gran parte dell’anno. Tra i contadini sloveni è famoso il detto “Sedemnajstega maja, se kosa okrog kozolca zamaja” che significa “il 17 di maggio, si scuote la falce intorno al kozolec”, a significare che la primavera era il primo periodo dell’anno in cui veniva utilizzato il kozolec, solitamente per essiccare il trifoglio rosso, prima del fieno chiamato “mrva“.
Il kozolec continuava a essere usato fino a dicembre: attorno al solstizio d’estate veniva falciato l’orzo, a luglio la segale e il miglio, quindi il grano e l’avena ad agosto. Una tipica visione dei kozolec nel periodo autunnale li ritraeva con le pannocchie e i gambi di grano turco (turškovna) appesi a essiccare. L’ultima pianta della stagione a finire sui kozolec era il grano saraceno, che rimaneva a essiccare fino alla fine dell’anno.
Questi essicatoi non erano solamente uno strumento di lavoro, ma anche un luogo di aggregazione, specialmente per i bambini, per i quali spesso diventavano un vero e proprio parco giochi! Il fieno aiutava a giocare a nascondino, a scavare tunnel, oppure si costruiva un’altalena dove dondolare all’ombra del kozolec. Ma i kozolec venivano usati anche dai più grandi per festeggiamenti, celebrazioni e finanche come piccole “osterie contadine”, chiamate pušlšanki (dal tedesco Buschenschank), versione campestre delle nostre osmice triestine.
Nella Mirnska dolina i kozolec abbondavano (e ancora oggi sono presenti) tanto che si era formata una vera e propria scuola di falegnami dediti alla costruzione di questi essicatoi. Ogni fattoria aveva bisogno del suo kozolec, magari anche più di uno, e col passare del tempo diventarono dei veri e propri status symbol: chi aveva il kozolec più bello, e ovviamente più grande, voleva in questo modo mostrare a tutti la propria ricchezza!
Il museo dei Kozolec, Dežela kozolcev, è davvero un posto speciale e particolare. A prendersene cura sono persone gentili e simpatiche che amano il loro lavoro e la storia rurale della Slovenia. E’ senza dubbio una tappa gradevolissima dove fermarsi, lungo la strada che dalla Dolenjska porta alla valle della Sava e ai suoi splendidi castelli. Presso il museo è presente anche un bar e un fornitissimo negozio di souvenir locali.
Informazioni utili
Indirizzo: Dežela kozolcev Šentrupert, d.o.o., 8232 Šentrupert
Telefono: +386 (0)8 20 52 855
Internet: www.dezelakozolcev.si
Orari: mar-ver 9.00-16.00, sab-dom 9.00-18.00, lunedì chiuso.
Prezzi: 4.00€ (3.00€ ridotto).
Nei dintorni
A poco più di un centinaio di metri dal museo dei kozolec sorge la bellissima chiesa parrocchiale di Šentrupert, capolavoro del gotico sloveno, assolutamente da non perdere per chi fosse nella zona. La Mirnska dolina è molto pittoresca e va a sfociare nella valle del fiume Sava nei pressi di Sevnica, salita alle cronache per essere la città natale di Melania Knavs in Trump, caratterizzata dal suo splendido castello che domina il piccolo centro storico.
Mappa della zona
[mappress mapid=”35″]Come arrivare
Da Trieste: si prende l’autostrada per Fernetti e si prosegue fino a Ljubljana da dove si seguono le indicazioni per Novo mesto e Zagreb. Si prosegue fino all’uscita di Trebnje zahod. Abbandonata l’autostrada si attraversa Trebnje e quindi si svolta a sinistra in direzione di Mirna, Šentrupert e Mokronog. Tempo di percorrenza: 1 ora e 45 minuti.
Da Gorizia: si prende l’autostrada slovena H4 fino al casello di Nanos dove ci si immette sull’autostrada per Ljubljana. Seguire quindi le indicazioni qui sopra. Tempo di percorrenza: 1 ora e 45 minuti.
Da Udine e dal resto d’Italia: conviene passare da Gorizia (uscita Villesse, quindi la nuova autostrada A34 che porta direttamente in Slovenia). Tempo di percorrenza: 2ore e 15m (da Udine).
Vinjeta: SI
I luoghi indicati in questo articolo richiedono l’utilizzo dell’autostrada.
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