In Slovenia il carnevale (pust in sloveno) è una festa molto sentita, che tutt’oggi conserva tradizioni antichissime. Una delle più famose maschere tradizionali slovene è il kurent o korant. Si tratta di una figura carnevalesca originaria della regione Štajerska, più precisamente delle zone di Ptujsko polje e Dravsko polje (territori pianeggianti nel nordest della Slovenia, vicino alla città di Ptuj) e Haloze (zona collinare a sud di Ptuj). Le origini del kurent non sono ricostruibili con certezza. Questa figura risalente alla notte dei tempi e al mondo pagano è arrivata in territorio sloveno probabilmente dal sudest dell’Europa. Maschere simili si trovano ad esempio anche in Bulgaria, Ungheria, Serbia e Croazia.
Nell’antica mitologia slava il kurent era un essere soprannaturale che lottava contro l’inverno, annunciava la primavera e propiziava un buon raccolto. Originariamente solo i ragazzi celibi potevano travestirsi da kurent, oggi però questa limitazione non esiste più e spesso la maschera viene indossata anche da donne e bambini. Il periodo dei kurenti va dal 2 febbraio (festa della Candelora) fino al mercoledì delle ceneri. La sera della Candelora i ragazzi si radunano attorno ad un falò, indossano i campanacci e aspettano la mezzanotte, quando finalmente possono indossare il loro costume da kurent e iniziare i festeggiamenti.

Tradizionalmente i kurenti vanno in pellegrinaggio da paese in paese e visitano le case, dove sono sempre ben accetti perché portano fortuna, salute e una buona annata. Essi saltano e si muovono ritmicamente facendo risuonare i campanacci che portano intorno alla cintura, scacciando così le forze del male. Per ringraziarli della visita, la padrona di casa regala loro uova, salsicce o denaro. Per garantirsi fortuna in amore, le ragazze da marito regalano ai kurenti un fazzoletto, che essi legano a mo’ di trofeo sull’estremità inferiore della ježevka, un bastone che portano con sé la cui cima è ricoperta da aculei di riccio.

Il kurent indossa un costume in pelle di pecora, cinque campanacci legati intorno alla vita e un grande copricapo di pelliccia decorato con corna, piume di tacchino e nastri colorati. Sul volto porta una maschera di cuoio decorata con un lungo naso, fagioli bianchi a simboleggiare i denti e una lunga lingua rossa di cuoio. Indossa calze pesanti di colore rosso chiamate gamaše. L’intero completo da kurent pesa da 25 a 40 kg.

I kurenti sono accompagnati da altre figure carnevalesche tradizionali, quali ad esempio gli orači (aratori), che vanno di casa in casa trainando un aratro decorato con un piccolo abete, fiori e nastri colorati. Il loro gesto simboleggia la prima aratura dell’anno ed è un rito propiziatorio per il raccolto. Gli orači indossano di solito il costume tradizionale dei contadini e un copricapo ornato con fiori e nastrini variopinti.
Essi sono preceduti dai pokači che facendo schioccare le loro lunghe fruste scacciano i demoni e l’inverno. Chiude il gruppo il pobirač (“colui che raccoglie”), che ha in mano un rastrello e un cesto in cui vengono deposti i doni raccolti nelle case.

I kopjaši, vestiti a festa con abiti eleganti, stivali neri e un cappello ornato di nastri colorati, rappresentano le figure che durante i matrimoni avevano il ruolo di allietare gli invitati al banchetto nuziale. Essi portano in mano una sorta di lancia in legno (“kopje”) decorata con lunghi nastri multicolore, che durante le danze viene lanciata in aria.
La rusa è una figura animalesca il cui ruolo è quello di propiziare la fertilità e la salute dei cavalli e degli altri animali della fattoria. Essa è formata da una struttura di legno e da sacchi di iuta sotto i quali sono nascoste una o più persone che trasportano la figura. Nella parte anteriore vi è una testa in legno ricoperta di pelle di pecora con una mascella mobile che serve ad “acchiappare” e indispettire la gente.

Il picek è una figura di carnevale vestita di bianco (originariamente si trattava delle sottovesti un tempo usate dalle donne) che porta sulla testa un copricapo a forma di cono ricoperto di strisce di carta colorate. Esso cavalca un bastone che sulla parte anteriore ha la forma di testa di gallina.
La kürika è un’altra figura carnevalesca ispirata alla gallina, che si compone di un grande corpo centrale cilindrico ricoperto di piume con davanti una testa di gallina in cartone o legno. I piceki e le kürike vanno di casa in casa ballando e facendo dei versi caratteristici che imitano il pigolare dei pulcini. Con questo curioso rito essi augurano alle galline di produrre più uova.

Baba nosi deda è una figura di carnevale molto popolare non solo in Slovenia. L’uomo che indossa il “costume” si infila in una vecchia gerla a cui è stato tolto il fondo. Sulla parte anteriore della gerla viene applicato un fantoccio dalle sembianze di una vecchietta (“baba”) che sembra “portare sulle spalle” l’uomo (“ded”).

Zeleni Jurij (“Giorgio il Verde”), un ragazzo avvolto da capo a piedi nell’edera, simboleggia la primavera. Esso è sempre accompagnato da Rabolj, vestito di pelle di pecora e con una maschera che incute timore. Zeleni Jurij e Rabolj ingaggiano una lotta dalla quale il primo esce vittorioso, rappresentando così la vittoria della primavera e delle forze positive contro le forze malvagie e l’inverno.

Un’occasione unica per veder sfilare tutte queste e anche altre maschere tradizionali è il Kurentovanje che si tiene ogni anno a Ptuj, una delle più pittoresche e antiche cittadine slovene. Si tratta di un grande evento della durata di alcuni giorni che culmina nella sfilata a cui prendono parte decine di gruppi carnevaleschi locali ed europei (migliaia di partecipanti), con accento particolare sull’aspetto tradizionale ed etnografico delle maschere.
Slovely.eu è stato al Kurentovanje domenica 3 febbraio 2013; qui sotto potete trovare il link al photoalbum contentnte le foto scattate in quella splendida giornata:
[…] Era la regione più grande della Slovenia, con una forte componente germanica. Si tratta della Stiria, stesso nome della regione austriaca con capoluogo Graz/Gradec, che non a caso sorge proprio a pochi chilometri da Maribor (già Marburg), capoluogo storico della Štajerska slovena. A Graz fu stampato il primo libro cattolico in lingua slovena e l’università locale fu il primo polo universitario sloveno, ben prima di Ljubljana. Ma oggi, con Graz indissolubilmente in Austria, è Maribor l’indiscusso centro della regione chiamata oggi Podravska. Seconda città della regione, oggi capoluogo della Savinjska, è Celje, città importantissima per la storia slovena: di qui erano i conti di Celje, quelli delle tre stelle che compaiono nello stemma nazionale (e nella targa CE). Fanno parte della Savinjska alcune delle zone termali più famose del paese: Rogaška Slatina, Olimja, Laško (celebre anche e soprattutto per la birra!) e Rimske toplice. La cartolina più pittoresca e nota della regione è senza dubbio Ptuj, adagiata sulla Drava, col suo castello a dominare dall’alto l’abitato medievale. A Ptuj si svolge anche il carnevale più importante del paese, il Kurentovanje. […]
[…] non solo per le sue bellezze architettoniche ma anche e soprattutto per il suo carnevale: il Kurentovanje, di cui abbiamo parlato l’anno scorso su queste pagine. Quest’anno gli eventi […]
[…] appare in varie occasioni durante tutto l’anno, basti pensare alle “ronde” delle maschere per carnevale o alle processioni delle “kresnice” la notte di San Giovanni. Tutte queste tradizioni […]
[…] inoltre, che anche quest’anno sarà presente un gruppo ospite, si tratta delle Maschere Kurent di Ptuj, in Slovenia. Ricordo infine durante l’intero periodo di carnevale i […]
[…] queste tradizioni pagane (di cui si ritrovano tracce anche in altre ricorrenze, ad esempio il carnevale), in determinati periodi dell’anno le anime dei defunti ritornano sulla terra e richiedono un […]
[…] https://www.slovely.eu/2013/02/13/kurent-il-carnevale-sloveno/ […]