È la più giovane città slovena: quest’anno, infatti, ha compiuto 70 anni. Il suo stesso nome è composto da un aggettivo che ne indica la “giovane età”: “Nova”, che significa “nuova”. Stiamo parlando di Nova Gorica, la città “gemella” di Gorizia, sul lato sloveno del confine.
Nata nel 1947, in seguito alla firma dei Trattati di Parigi, Nova Gorica avrebbe dovuto rappresentare il centro amministrativo, economico e culturale di cui la Severna Primorska (Litorale settentrionale) era rimasta priva. Fu deciso quindi che la nuova città sarebbe sorta sulla pianura che si estendeva tra la linea ferroviaria Transalpina, il paese di Solkan e il bosco di Panovec.
Su quelle umide radure si trovavano solo qualche fattoria solitaria, una fabbrica di mattoni, le case dei ferrovieri e il vecchio cimitero di Gorizia. Sì, perché parte del centro di Nova Gorica sorge su quello che dal 1880 al 1916 fu il cimitero dei goriziani: un parco di sei ettari a cui si accedeva da Via Campo santo, oggi Erjavčeva ulica. Ancora oggi, nei pressi della stazione degli autobus di Nova Gorica, si possono vedere alcuni resti di vecchie pietre tombali, a ricordo di quel periodo.
La nuova città aveva bisogno di un piano urbanistico moderno, che la contraddistinguesse dalla vicina “vecchia” Gorizia. Ne furono proposti tre, tra cui fu scelto quello dell’architetto Edvard Ravnikar. I lavori iniziarono a ottobre del 1947, ma ben presto i piani s’infransero sullo scoglio della mancanza di forza lavoro, oltre che di denaro per il materiale edile e gli investimenti. La costruzione della “nuova Gorizia”, però, non si arrestò: dalla Slovenia e dal resto della Jugoslavia arrivarono circa 5000 “brigadirji”, giovani volontari che impiegarono le proprie energie ed il proprio entusiasmo giovanile per aiutare a far crescere dal nulla la nuova città.
Il 13 giugno del 1948 fu posta la prima pietra della palazzina al civico 33 di via Kidrič: data e gesto simbolici che segnarono l’inizio della costruzione dei condomini che ancora oggi caratterizzano la zona residenziale di Nova Gorica. La città, che alla fine del 1950 contava 700 abitanti, iniziò a crescere, con nuovi edifici, nuove attività commerciali e nuovi cittadini.
La “città sul prato”, come viene chiamata in un bel documentario di Anja Medved e Nadja Velušček, era però segnata da una ferita: la frontiera che la separava dall’altra Gorizia. Il confine tranciò di netto il territorio, senza curarsi degli affetti familiari o della vita che le persone avevano condotto fino ad allora: poteva succedere che un podere venisse tagliato a metà dal confine o che alcuni membri della famiglia si ritrovassero a vivere dall’altra parte. Con gli anni, tuttavia, la severità del confine si allentò e molti cittadini si ricordano che, una volta sostituito il filo spinato che segnava la frontiera con una recinzione, i bambini la usavano come rete per giocare a pallavolo.
Quel confine è caduto definitivamente il 20 dicembre di dieci anni fa, con l’ingresso della Slovenia nell’Area Schengen. Un evento epocale che gli abitanti di Nova Gorica, ma anche quelli di Gorizia, ricorderanno a lungo: una serata trascorsa in un’atmosfera festosa e piena di speranze, in cui finalmente le sbarre del confine si sono alzate per non scendere più.
Oggi Nova Gorica conta quasi 32 mila abitanti ed è nota come “città delle rose”, che a maggio abbelliscono le aiuole e le zone verdi della città (una curiosità: il simbolo della rosa è presente anche sulla targa automobilistica di Nova Gorica). Gli appassionati del gioco la conoscono per i casinò, gli amanti dello shopping per i centri commerciali, ma Nova Gorica ha anche molto altro da offrire al visitatore curioso e desideroso di esplorarne il centro e gli immediati dintorni, come il bosco di Panovec, il cimitero ebraico di Rožna Dolina e il monastero di Kostanjevica, dove riposano le spoglie di Carlo X, ultimo re Borbone di Francia.
Uno dei luoghi più particolari e più fotografati è sicuramente la piazza Trg Evrope, che si trova davanti alla vecchia stazione ferroviaria Transalpina, inaugurata nel 1906. La piazza è il simbolo più tangibile di quello che c’era un tempo e oggi non c’è più: una città divisa in due da un confine, oggi artisticamente trasformato in Mosaico della Nuova Europa. Non mancate di scattarvi una foto in cui siete contemporaneamente in due Paesi diversi: con un piede in Slovenia e con l’altro in Italia!
Capitale Europea della Cultura 2025
Aggiornamento del 18 dicembre 2020.
Se il 2020 è stato un anno infausto per tutto il mondo, inclusa Nova Gorica che sta patendo non poco la crisi dovuta alla pandemia, finalmente arriva una splendida notizia: la candidatura congiunta di Nova Gorica con la vicina Gorizia a Capitale Europea della Cultura del 2025 è stata accettata! Una grandissima occasione che ci auguriamo entrambe le città sapranno sfruttare al meglio! 🙂
http://www3.comune.gorizia.it/turismo/it/stazione-della-transalpina
Alla Stazione della Transalpina è presente un infopoint turistico-culturale transfrontaliero:
Kit-Cultural information touchpoint Nova Gorica/Gorizia
Kit-Punto informativo culturale transfrontaliero Nova Gorica/Gorizia
Kit-Kulturno-informacijska stična-točka Nova Gorica/Gorizia
Kolodvorska pot 8 (Piazza Transalpina/Trg Evrope).
Apertura al pubblico: dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 12.30 alle 17.00, il sabato dalle 10.00 alle 15.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.30.
Festivi (calendario sloveno) chiuso.
Email: area5715@gmail.com
Tel. 00386 51 251 174
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Ricordo ancora quella volta, quando andavo a sciare sul Vogel, che arrivando di fretta con la macchina e non trovando altro parcheggio, misi la macchina (Fiat 127) con il muso contro la rete di confine! Non l’avessi mai fatto, dopo 20 secondi (non ero neanche sceso quasi dalla macchina) arrivò di corsa il poliziotto sloveno che a parolacce e a gesti mi intimò di spostare la macchina. Dovetti farlo, ma ormai avevo già perso il treno!!!
Zelo lep post!